È da qualche stagione che Francesco Russo con le sue collezioni sale dalle gambe al collo col progetto Skin to Skin: corpetti-placche-collari-catene di pelle, metallo, corno.

Oggetti potenti, amuleti primitivi e futuristi insieme. Frammenti di corazze che estendono agli accessori la sua idea delle scarpe come oggetti che accendono il desiderio. Terminali del corpo, estensioni vive della nostra sensualità. Non sculture.

Scarpe che questa volta trasformano elementi barbarici, lavorazioni e pelli che sembrano preistoriche, come lembi di nappa uniti da ganci di ferro, in un universo dove coesistono le due forme opposte della semplicità. L’essenzialità più contemporanea e un gusto del primitivo che solo il tocco creativo e artigianale più sapiente può sublimare in glamour.

Una sequenza dove tutto spicca e si accende. Pitoni, lucertole, zampe di struzzo, camosci, nappe, sono combinate in tonalità monocrome su cui domina il nero, il colore del disegno, che accentua e rende riconoscibile ogni diversa linea, ogni diversa texture. Sottolineando l’idea di trasformazione che attraversa tutto il progetto Sergio Rossi.

 

Francesco Russo crea dispositivi per trasformare la voglia in azione: per lui le donne diventano quello che sono ingigantendo oltre ogni proporzione i loro movimenti più intimi, il loro spirito di gioco e di conquista. Con movimenti ora alla luce, ora all’ombra. Mostrandosi e a volte scomparendo.