Anche quest'anno la più prestigiosa vetrina del cinema mondiale, il Festival di Cannes, ha chiuso i battenti, lasciandosi alle spalle glamour e polemiche. Il glamour è stato quello delle serate di gala, dedicate a più o meno importanti cause, come quella dell'Amfar per la lotta contro l'Aids, tanto cara alla compianta Liz Taylor, quello dei sontuosi vestiti di alta moda, indossati da dive e starlet, la più bella ed elegante senza dubbio è stata la giurata Uma Thurman e le premiere di alcuni film non in concorso, come le passeggiate notturne parigine di Woody Allen con “Midnight in Paris” e l'allegra ciurma del quarto capitolo della saga dei Pirati dei Caraibi, con il Capitan Jack Sparrow, Johnny Depp, a guidare l'arrembaggio alla Croissette.



Le polemiche, stranamente, questa volta non sono state innescate tanto dai film, quanto dai registi. Lars Von Trier, il genio maledetto tanto amato da Cannes, quest'anno ha dato il peggio di se durante la conferenza stampa per il suo film in concorso, “Melancholia”, inneggiando a Hiltler e diventando, giustamente, persona non grata al festival. Delusione per l'Italia, sopratutto per Paolo Sorrentino, che con il suo “This must be the place”, ha diretto uno straordinario Sean Penn, copia carbone di Robert Smith dei Cure, in una straziante storia di ricerca paterna, dato per favorito fino all'ultimo, ma rimasto comunque a bocca asciutta.



La giuria della 64a edizione di Cannes, presieduta da Robert De Niro, ha invece assegnato la Palma d'Oro a ''The tree of life'' di Terrence Malick, un film con protagonisti Brad Pitt e Sean Penn, molto bello, filosofico e rarefatto, come nello stile del più sfuggente regista della storia del cinema americano. Gli altri premiati sono: per la Miglior Interpretazione Maschile Jean Dujardin per ''The artist'' e a sorpresa, Kirsten Dunst come Migliore Attrice per ''Melancholia'' di Lars von Trier, il Gran Premio è stato assegnato, a pari merito, a ''Once Upon A Time In Anatolia”di Nuri e ''The kid with a bike'' dei fratelli Jean-Pierre & Luc Dardenne'' e infine la miglior regia è andata a Nicolas Winding Refn per ''Drive''.